PERKEO UND SEINE GESCHICHTE
Perkeo wurde 1702 in Salurn geboren. Er arbeitete als Knopfmacher, bis er wegen seines Zwergwuchses und seiner Trinkfestigkeit vom Heidelberger Kurfürsten Karl III. Philipp um 1720 entdeckt wurde und als Hofnarr an seinen Hof zog. Dort wurde er zum Hofmeister und Mundschenk befördert und war verantwortlich für den Inhalt des kurfürstlichen Weinkellers und insbesondere für das „Große Fass“ des Heidelberger Schlosses, zu seiner Zeit mit einem Fassungsvermögen von 200.000 Litern das größte Fass der Welt.
So ist es auch nur ein kleiner Schritt zu seinem „Künstlernamen“. Auf die Frage, ob er noch ein Glas Wein haben wolle, soll er stets mit „perché no?“ geantwortet haben. Perkeo war berühmt dafür, mehrere Liter Wein pro Tag zu trinken. Andere Getränke rührte er nicht an. Das lag neben seiner Liebe für den Rebensaft an der Krankheit „Diabetes insipidus“, an der er litt. Als ihm schließlich ein Arzt riet, doch auch einmal ein Glas Wasser zu trinken, tat er das und starb am folgenden Tag.
PERKEO HEUTE
Doch nun kehrt er zurück, um in der Faschingszeit die Herrschaft über Salurn zu übernehmen und am Faschingssamstag mit seinem Gefolge durch das Dorf zu ziehen.
Perkeo lebte vor 300 Jahren, in einer anderen Zeit, in einer anderen Welt. Doch es war die Zeit, in der auch die Maschggra entstand, wie sie im Südtiroler Unterland gelebt wird: Wild und ausgelassen, rau, aber auch herzlich.
Perkeo vereint einst und jetzt. Historisch verbürgt, Salurner, Hofnarr, Zwerg, trinkfest – wer könnte sich besser eignen, die neue Salurner Maschggra zu verkörpern? So lebt die alte Unterlandler Maschggra, wie sie im Traminer Egetmann noch immer zelebriert wird, in neuem Gewand weiter, mit einem etwas anderen Zugang, aber noch immer fest verwurzelt in den Traditionen und Bräuchen vergangener Zeiten.
Ein Stück Vergangenheit wird in die Gegenwart geholt. Nicht als Museumsstück, sondern als Inspiration, als lebendiges und gelebtes Brauchtum. Das ist Perkeo heute.
GESCHICHTE DER FASNACHT IN SALURN
Salurn hat eine lange Faschingstradition. In vielen Unterlandler Dörfern machte der Egetmann-Hansl seine Runde, so auch in Salurn. Doch um die Jahrhundertwende verschwand der Brauch. Im Jahre 1949 erlebte der Salurner Fasching seinen letzten Höhepunkt, als über 400 Mitwirkende aus der deutschen Märchenwelt und aus „Tausend und eine Nacht“ schufen. Danach wurden die Wagen immer weniger, auch weil ein Thema fehlte, das alles zusammen hielt.
Die Wiedergeburt des Salurner Faschings geschah 2009. Einige Salurner schauten sich den Traminer Egetmann-Umzug an, feierten, und irgendwann am Abend fragten sie sich, wieso sie dasselbe nicht auch in Salurn erleben können. Den Worten folgten Taten. Sie trafen sich wieder und entwickelten aus dem Nichts einen ehrgeizigen Plan: In Salurn soll es wieder einen Umzug geben. Wie genau, das wussten jene gut zehn Personen damals noch nicht. Klar war nur eines: Hauptfigur des Umzugs sollte der Zwerg Perkeo werden.
Perkeos Maschggra will Fasching feiern, wie es einst in unseren Breiten normal war, und wie man ihn nur noch selten findet. Die alte Maschggra im Südtiroler Unterland war kein Fest für Kinder und Frauen, keine geordnete Feier, sondern es waren wilde Tage, an denen man „die Sau rausließ“. Maschggra war vor allem etwas für Männer, an diesen Tagen konnten Sie dem strengen Korsett, in das Kirche und Obrigkeit sie zwängten, entkommen.
Heute ist es bei weitem nicht mehr so wild. Ein wenig von der urtümlichen Zügellosigkeit hat sich aber erhalten. Am Unsinnigen Donnerstag kehrt Perkeo aus Heidelberg zurück in seine Heimat und bekommt vom Bürgermeister den Schlüssel zur Gemeinde überreicht. Anschließend fährt er auf seiner Kutsche, begleitet von seinem Gefolge, durch das Unterland, um die Menschen für den Samstag nach Salurn einzuladen. Am Faschingssamstag dann der Höhepunkt der Maschggra, der Umzug durch das Dorf. Perkeo auf seinem großen Weinfass, begleitet von seiner Krankheit Morbus Diabetes und Sior Insipidus, seiner Kammerzofe und dem Orschoputzer, seinem Mundschenk und seinen Ärzten. Es folgen die unterschiedlichsten Wagen, die die Berufe und gesellschaftlichen Gruppen des Dorfes darstellen: Die Kohlenbrenner („Karbonari“) und die Waschweiber, die Schwarzbrenner und die Kellermeister, die Fischer und die Wilderer, aber auch die Zigeuner und die „Cembrane“ auf der Suche nach einem Ehemann.
Am Faschingsdienstag gibt Perkeo den Schlüssel zurück und kehrt zurück nach Heidelberg. 2009, träumte man von einem Umzug mit drei oder vier Wagen. Fünf vielleicht. Geworden sind es zwanzig, schon im ersten Jahr. Das beweist, dass die Lust auf Fasching immer da war, dass es aber ein paar Verrückte brauchte, die vorausgehen und die anderen mitziehen. Heute ist der Perkeo- Umzug, der stets in den geraden Jahren stattfindet, aus Salurn nicht mehr wegzudenken.
LA STORIA DEL PERKEO
Perkeo, che era di fatto un nano, nacque nell’anno 1702 a Salorno. In giovane età egli si guadagnò da vivere come “fabottoni”, fin quando nel 1720 incontrò il Principe Elettore Carlo Filippo III del Palatinato. Questi, divertito dai modi del nano, lo ingaggiò come giullare di corte presso la capitale del Palatinato: Heidelberg. La sua leggendaria sete gli procurò un altro incarico: fu infatti nominato custode della “Grande botte” del castello di Heidelberg, che all’epoca, dall’alto dei suoi 200.000 litri di capienza, poteva vantare il primato di botte più grande del mondo.
Perkeo era solito bere dai 20 ai 30 litri di vino al giorno e alla domanda se volesse ancora un bicchiere di vino, rispondeva immancabilmente “Perché no?”. Fu proprio questa usuale risposta che fece guadagnare a Perkeo, in maniera un po’ storpiata, il suo soprannome. La sua sete era riconducibile al “diabete insipido”, malattia che lo accompagnò per tutta la vita. La sua storia finì, secondo la leggenda, quando un medico gli prescrisse di bere un bicchiere di acqua per curare la sua malattia. Quando lo fece, morì all’istante.
PERKEO OGGI
Ma ora il tempo è maturo per un suo ritorno a Salorno, nella terra natale. Il suo seguito chiede a gran voce che la reggenza del paese venga passata a Perkeo, la personalità più divertente che il paese abbia mai avuto.
Perkeo visse 300 anni fa, in un altro tempo, un altro mondo. Era il tempo dove nacque il carnevale come viene vissuto nella bassa atesina sudtirolese: grezzo, sfrenato, ruvido ma anche caloroso.
Perkeo unifica l’allora con l’oggi. Salornero, giullare di corte, nano, che regge bene il vino – chi potrebbe essere più adatto a rappresentare il nuovo carnevale di Salorno? In questo modo prosegue il vecchio carnevale della bassa, in una nuova veste, con un approccio diverso ma sempre ancora ben radicato con le tradizioni e le usanze dei tempi passati.
Un pezzo del passato viene portato al presente; non come pezzo da museo, ma più come ispirazione, come costume ed usanza viva. Questo è Perkeo oggi.
STORIA DEL CARNEVALE A SALORNO
La tradizione carnevalesca di Salorno, al pari di tutti i paesi della Bassa Atesina, ha una ricca storia. L’Egetmann-Hansl è una saga che ogni anno riviveva in ogni paese. Alla ricerca di un’identità propria gli abitanti di Salorno abbandonarono il tema tradizionale dell’Egetmann. Le sfilate si erano così ispirate ai temi più vari, come ad esempio nel 1949, quando Salorno ospitò il passaggio di più di 400 partecipanti vestiti secondo il tema delle “Mille e una notte”. Dopo la maestosa sfilata del 1949 il numero dei carri diminuì di anno in anno, probabilmente per la mancanza di un tema identitario che tenesse unito il paese.
Ma nel 2009 è iniziata la rinascita del carnevale di Salorno. Dopo aver partecipato alla sfilata dell’Egetmann di Termeno (e sicuramente dopo qualche bicchiere di troppo) alcuni salorneri si chiesero per quale motivo anche il proprio paese non potesse vivere un’esperienza altrettanto bella. Dalle parole si passò per fortuna ai fatti. E la prima decisione da prendere fu il tema attorno al quale poter incentrare il carnevale; doveva essere qualcosa che solo Salorno poteva vantare, qualcosa di “nuovo” ma anche “vecchio”, qualcosa come... Perkeo! È così che il giovedì grasso si assiste all’arrivo del Perkeo dopo un lungo viaggio iniziato ad Heidelberg (la data di partenza è il 7 gennaio, giorno di inizio del carnevale sudtirolese).
Accolto in pompa magna dalla popolazione, il nano Perkeo riceve le chiavi del paese dal Sindaco di Salorno e va con il suo colorito seguito nei paesi della Bassa Atesina per invitare tutti il sabato di carnevale a partecipare ai festeggiamenti ufficiali per il suo ritorno. È proprio in quel giorno che si svolge la grande sfilata per il paese con il nano Perkeo seduto sulla sua grande botte. Morbus Diabetese e il Sior Insipidus, i due cerimonieri della sfilata, non lo perdono mai d’occhio, dato che il nano è fortemente provato dalla sua malattia. Il Perkeo è a sua volta seguito dalla sua dama di compagnia, dal “nettacul” personale, dal coppiere (che ha l’arduo compito di far sì che la sete di Perkeo venga puntualmente soddisfatta), e dalla schiera di dottori privati. Seguono i carbonari, le lavandaie, i distillatori di grappa, i pescatori dell’Adige, i bracconieri, le cembrane in cerca di marito, i contadini e altre decine di figure raffiguranti i mestieri tipici di Salorno. Tutti interrompono le proprie normali attività per celebrare il ritorno della piccola ma grande personalità. A conclusione, il martedì grasso Perkeo è costretto a ripartire per Heidelberg e riconsegna, quindi, la chiave del paese alla Giunta comunale. La calorosa e entusiasta partecipazione dell’intero paese, che ha decretato l’enorme successo del 2009, ha colto di sorpresa gli organizzatori.
Venti carri hanno salutato il Perkeo durante la prima sfilata, a riprova che, sia a Salorno come nei paesi limitrofi, nessuno si tira mai indietro quando si tratta di festeggiare il carnevale. Mancavano forse un paio di matti con l’idea giusta, presentata in modo giusto al momento giusto. È grazie a questa idea, ma soprattutto grazie a tutte le persone che collaborano con le loro risorse e le loro idee, che l’associazione Perkeos Maschggra si è ritagliata un piccolo ma significativo posto nella tradizione del nostro paese.